Chat “pin to pin”, intercettazioni e valore probatorioCase
Tizio cittadino spagnolo risiede in una nota isola ed è titolare di una pizzeria. Un abituale cliente del ristorante è Caio, cittadino italiano, residente in Lombardia che periodicamente soggiorna per vacanze nell’isola. Tizio e Caio comunicano anche tramite “chat pin to pin” tra cellulari “Blackberry”; in queste conversazioni Tizio assume il nickname la “La playa” e Caio quello di “El sombrero”. Al ritorno da queste vacanze, presso un appartamento di cui dispone nella periferia, Caio riceve persone note alle forze dell’ordine per fatti di spaccio di stupefacenti. Su comunicazione della Guarda di Finanza (G.d.F.), la Procura della Repubblica presso il competente Tribunale, iscrive notizia di reato a carico di Tizio e di Caio per il concorso nel delitto di cui all’art. 73 co. 1 D.P.R. n. 309/1990. In forza di decreto di autorizzazione del G.I.P., la Procura dispone l’intercettazione sui cellulari di Tizio e di Caio; quindi, la Procura richiede alla società RIM ITALIA con sede in Italia – che distribuisce i telefonini “Blackberry”- i dati indentificativi dei nickname e le registrazioni del flusso comunicativo tramite “chat”. La società RIM ITALIA risponde alla richiesta dell’Autorità Inquirente ed invia i dati al server della Procura della Repubblica, che sono decifrati da ausiliari tecnici nominati della G.d.F. In uno stralcio delle trascrizioni di queste conversazioni si legge:
“(..) LA PLAYA: quando vieni mangiare le pizze che ho preparato ieri sera?”
“(..) EL SOMBRERO: ah finalmente mi richiami! E’ passato più di un mese dall’ultima volta che sono venuto da te a mangiare….Sai che qua siamo golosi 😊😊)”
“(..) LA PLAYA: non mi arrivavano gli ingredienti…e poi sai la questione dei prezzi …”
“(..) EL SOMBRERO: so, so, ma tu non fare il furbo…stesso prezzo dell’altra volta per un chilo…ok?”
“(..) LA PLAYA: dai, vieni a prenderti queste pizze, altrimenti le mangiano altri….”
(..) EL SOMBRERO: quanto sei ….Parto lunedì con il volo da Milano …..”.
A. Considerate le risultanze delle indagini carico di Caio e di Tizio, nella veste di Sostituto Procuratore assegnatario del procedimento, formulare richiesta di adozione di misura cautelare personale nei confronti di Tizio e di Caio, evidenziando le prove utilizzabili per provare i gravi indizi di colpevolezza a giustificazione del provvedimento.
B. Assunte le vesti del difensore di Caio, redigere adeguata memoria difensiva, evidenziando le principali questioni poste dal caso in esame.
Delibera del Consiglio di Amministrazione e diritto di voto dell’elaboratore elettronicoCase
Tizio, notaio, è socio di Alfa Spa; su incarico della società Alfa redige uno statuto, approvato poi dall'assemblea straordinaria, il quale stabilisce che componente del consiglio di amministrazione debba essere anche un elaboratore elettronico con diritto di voto, chiamato Omega. Col voto determinante di quest'ultimo è votata una delibera che approva un piano d'investimenti di 10 milioni di Euro con relativo piano industriale. Tizio, convinto del piano industriale, perlopiù redatto da Omega, sottoscrive l'aumento di capitale per 1 milione di Euro e lo versa. Il piano si rivela disastroso e fondato su assunzioni sbagliate; tutti gli investitori, compresi i soci, perdono tutto il loro investimento. Lo statuto prevede anche il divieto dei soci di divulgare a terzi notizie relative agli affari sociali, a pena di perdita del diritto di agire in giudizio. Tizio si confida con il giornalista Caio, che pubblica la notizia sui giornali. Tizio intraprende subito avanti al tribunale di Milano un'azione nei confronti di Omega (o di chi è responsabile di Omega) e degli altri amministratori che hanno votato la delibera, il piano d'investimenti e il piano industriale.
Predisporre la difesa di Tizio e quella di Omega (o di chi sia responsabile di Omega), anche considerato che lo statuto prevede che in caso di controversie tra soci e amministratori sia competente a decidere non il tribunale di Milano, ma un collegio arbitrale nominato da Alfa SpA, costituito da tre arbitri, in cui presidente del collegio è un altro elaboratore della medesima azienda che ha prodotto Omega, esperto in dispute societarie.
Risarcimento del danno da diffusione tramite social di video girati a mezzo dashcamCase
Tizia, di professione influencer, installa a bordo della propria autovettura una dashcam. Quotidianamente, prima che i files di registrazione vengano sovrascritti, Tizia provvede al download ed al successivo upload delle registrazioni in una sua pagina social, accompagnandoli da una didascalia. Un giorno, Caia, follower di Tizia e moglie del noto manager Sempronio, habitué dei migliori salotti della città e personaggio molto in vista, si imbatte in un video caricato da Caia sul suo profilo, che reca la caption “Altro che paparazzi... anvedi un po’ Sempronio!”, seguito da una serie di hashtags dal tenore irriverente ma inequivocabile. Visualizzato il video, Caia riconosce il marito nel parcheggio di un locale alla periferia della città, intento a scambiarsi effusioni molto esplicite con un’altra donna. Il tam tam social porta rapidamente alla diffusione del video, che diventa in breve tempo virale ed ha milioni di visualizzazioni e condivisioni. Per l’effetto, Caia ogni volta che viene incontrata per strada viene derisa ed additata. Ella si determina allora ad avviare, oltre al giudizio per la separazione giudiziale con addebito al marito, anche una causa civile nei confronti di Sempronio che si conclude con la condanna del predetto al versamento in favore della ormai ex moglie della somma di €300.000,00= a titolo di danno patrimoniale e non patrimoniale da questa subito per effetto della di lui condotta. Sempronio si determina allora ad agire a propria volta in giudizio contro Tizia per vedersi risarcito il danno subito per effetto dell’utilizzo illegittimo e contrario ai più elementari principi in materia di tutela della privacy, da parte della stessa, della dashcam. Assunte le vesti di Tizia e di Sempronio redigere adeguata memoria difensiva in favore dei rispettivi mandanti.
Trattamento illecito di dati sanitari contenuti nel Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE)Case
Tizio, direttore della Asl Alfa, riceve, in data 15 maggio 2023, una mail da parte di Caio, CEO del noto gruppo farmaceutico Beta Spa, con la quale si invitava a fornire indicazioni circa lo stato di salute dei pazienti che, nell’ultimo anno, avevano avuto reazioni avverse al trattamento tramite il loro farmaco Gamma, precisando, peraltro, la sussistenza di eventuali patologie concomitanti. La raccolta di tali informazioni avrebbe difatti consentito a Beta Spa di effettuare in tempi rapidi alcune verifiche circa l’opportunità di sostituire alcuni eccipienti con un innovativo principio attivo, il quale, alla luce delle prime sperimentazioni condotte, consentirebbe la medesima efficacia del farmaco a fronte di una sensibile riduzione di alcuni effetti collaterali. Tizio, a seguito della summenzionata richiesta, provvede a trasmettere a Caio, nella prospettiva di assicurare più efficaci prestazioni di cura, le informazioni presenti nei fascicoli sanitari elettronici (FSE) dei pazienti sottoposti a terapia con quel farmaco. A settembre 2023, a seguito della brevettazione di una nuova formulazione del farmaco Gamma, Caio informa Tizio della possibilità di ottenere alcune agevolazioni per la fornitura dello stesso presso gli Ospedali della Asl in questione. Tizio, conseguentemente, provvede ad effettuare un consistente ordinativo, usufruendo di una tariffa scontata. Sempronio, il quale, nel luglio 2023, era stato contattato da Beta Spa per poter sperimentare, in “anteprima”, il nuovo farmaco - grazie al quale riesce a risolvere gli effetti collaterali di nausea ed emicrania ingenerati dall’utilizzo della precedente formulazione - si avvede del fatto che la casa farmaceutica era in possesso di numerose informazioni circa il suo delicato stato di salute, che, sino ad allora, aveva mantenuto riservate. Si rivolge quindi al suo legale di fiducia, adducendo di non aver prestato espresso consenso all’utilizzo dei dati caricati nel FSE per finalità di ricerca, con l’intento di proporre querela nei confronti di Beta Spa e della Asl Alfa, presso la quale era attualmente in cura. Nell’ottobre 2023, Tizio e Caio vengono rinviati a giudizio, in concorso tra loro, per i reati di trattamento illecito di dati personali e di comunicazione e diffusione illecita di dati personali oggetto di trattamento su larga scala. Contestualmente, a Beta Spa e alla Asl Alfa viene contestata la responsabilità degli enti da reato ex d.lgs. 231/2001. Assunte, da una parte, le vesti del legale di Sempronio, e, dall’altra, quelle dei legali di Tizio, Caio, Beta SpA e della Asl Alfa, redigere motivata memoria a difesa dei rispettivi mandanti.